Campo finito

In matematica, in particolare in algebra, un campo finito (detto a volte anche campo di Galois) è un campo che contiene un numero finito di elementi. I campi finiti sono importanti in teoria dei numeri, geometria algebrica, teoria di Galois, in crittografia e in teoria dei codici.

I campi finiti sono completamente classificati.

Classificazione

I campi finiti sono classificati nel modo seguente:

  • Ogni campo finito ha p n {\displaystyle p^{n}} elementi, per qualche numero primo p {\displaystyle p} e qualche numero naturale n 1 {\displaystyle n\geq 1} .
  • Per ogni numero primo p {\displaystyle p} e naturale n 1 {\displaystyle n\geq 1} , esiste un solo campo finito con p n {\displaystyle p^{n}} elementi, a meno di isomorfismo.

Quindi, a meno di isomorfismi, esiste un solo campo con p n {\displaystyle p^{n}} elementi; questo viene solitamente indicato con F p n {\displaystyle \mathbb {F} _{p^{n}}} o con G F ( p n ) {\displaystyle \mathrm {GF} (p^{n})} , da campo di Galois (Galois Field).[1]

Ad esempio, esiste un campo finito F 8 = F 2 3 {\displaystyle \mathbb {F} _{8}=\mathbb {F} _{2^{3}}} con 8 {\displaystyle 8} elementi, mentre non ne esiste nessuno con 6 {\displaystyle 6} elementi, perché 6 {\displaystyle 6} non è la potenza di un numero primo.

Il campo finito presenta una struttura differente a seconda che n {\displaystyle n} sia 1 {\displaystyle 1} , e quindi il campo abbia precisamente p {\displaystyle p} elementi, o che n {\displaystyle n} sia maggiore di 1 {\displaystyle 1} .[1]

Fpn, per n=1

Quando il campo finito ha esattamente p {\displaystyle p} elementi ( n = 1 {\displaystyle n=1} ) le sue operazioni vengono definite tramite l'aritmetica modulare modulo p {\displaystyle p} .[2]

Quindi F p {\displaystyle \mathbb {F} _{p}} è il campo delle classi di resto modulo p {\displaystyle p} , ed è anche indicato con Z / p Z {\displaystyle \mathbb {Z} /p\mathbb {Z} } .

Il gruppo soggiacente in questo caso è un gruppo ciclico di ordine p {\displaystyle p} .

Fpn, per n>1

Quando n > 1 {\displaystyle n>1} , invece, l'aritmetica modulare modulo p {\displaystyle p} non produce un campo poiché F p n {\displaystyle \mathbb {F} _{p^{n}}} non è isomorfo all'anello delle classi di resto Z / p n Z {\displaystyle \mathbb {Z} /p^{n}\mathbb {Z} } : quest'ultimo infatti è solo un anello, e non un campo.

Il gruppo additivo soggiacente F p n {\displaystyle \mathbb {F} _{p^{n}}} infatti non è ciclico, bensì isomorfo a

Z / p Z × × Z / p Z n {\displaystyle {\begin{matrix}\underbrace {\mathbb {Z} /p\mathbb {Z} \times \cdots \times \mathbb {Z} /p\mathbb {Z} } \\n\end{matrix}}}

Le operazioni del campo sono quindi definite tramite aritmetica polinomiale[2] e ogni elemento del campo viene visto come un polinomio i cui coefficienti appartengono a Z / p Z {\displaystyle \mathbb {Z} /p\mathbb {Z} } e il cui grado massimo è pari a n 1 {\displaystyle n-1} . Le operazioni sono svolte seguendo due accorgimenti: l'aritmetica sui coefficienti è un'aritmetica modulare modulo p {\displaystyle p} e al termine di ogni operazione il polinomio risultante viene diviso per un polinomio irriducibile di grado n {\displaystyle n} e ne viene preso il resto (assicurando così che questo abbia ancora grado al più n 1 {\displaystyle n-1} ).[3]

Costruzione di Fpn

Il campo F q {\displaystyle \mathbb {F} _{q}} , con q = p n {\displaystyle q=p^{n}} , è costruito come il campo di spezzamento del polinomio

p ( x ) = x p n x , {\displaystyle p(x)=x^{p^{n}}-x,}

definito sul campo Z / p Z {\displaystyle \mathbb {Z} /p\mathbb {Z} } .

Infatti il campo di spezzamento è generato da alcuni elementi r 1 , , r q {\displaystyle r_{1},\ldots ,r_{q}} che spezzano il polinomio in

p ( x ) = ( x r 1 ) ( x r q ) . {\displaystyle p(x)=(x-r_{1})\dots (x-r_{q}).}

Le radici r i {\displaystyle r_{i}} sono distinte perché il polinomio p ( x ) {\displaystyle p(x)} non ha radici multiple, in virtù del fatto che la sua derivata formale

q x q 1 1 1 mod p , {\displaystyle qx^{q-1}-1\equiv -1\mod p,}

non è mai nulla. Infine, le radici r 1 , , r q {\displaystyle r_{1},\ldots ,r_{q}} formano esse stesse un campo, della cardinalità desiderata, che quindi coincide con il campo di spezzamento.

Dimostrazione della classificazione

La dimostrazione procede nel modo seguente. Sia K {\displaystyle K} un campo finito.

  1. Poiché finito, ha caratteristica non nulla. Poiché è un dominio d'integrità, la caratteristica è un numero primo p {\displaystyle p} .
  2. L'elemento 1 {\displaystyle 1} genera (additivamente) un sottocampo con p {\displaystyle p} elementi, isomorfo quindi a Z / p Z {\displaystyle \mathbb {Z} /p\mathbb {Z} } . Quindi K {\displaystyle K} è uno spazio vettoriale su questo sottocampo F p {\displaystyle \mathbb {F} _{p}} .
  3. Poiché K {\displaystyle K} è finito, è uno spazio vettoriale su F p {\displaystyle \mathbb {F} _{p}} di dimensione finita n {\displaystyle n} . Quindi contiene p n {\displaystyle p^{n}} elementi.
  4. L'unicità del campo a meno di isomorfismi segue dall'unicità del campo di spezzamento.

Proprietà

Caratteristica

Il campo F p n {\displaystyle \mathbb {F} _{p^{n}}} , essendo un anello, possiede una caratteristica che vale p {\displaystyle p} .

Automorfismi

Se F {\displaystyle F} è un campo con q = p n {\displaystyle q=p^{n}} elementi, allora

x q = x , {\displaystyle x^{q}=x,}

per ogni x {\displaystyle x} in F {\displaystyle F} . Inoltre la mappa

f : F F {\displaystyle f\colon F\to F}
f ( x ) = x p , {\displaystyle f(x)=x^{p},}

è un isomorfismo (e quindi un automorfismo), chiamato automorfismo di Frobenius, in nome del matematico Ferdinand Georg Frobenius. L'automorfismo ha ordine n {\displaystyle n} .

Sottocampi

Il campo F p n {\displaystyle \mathbb {F} _{p^{n}}} contiene una copia di F p m {\displaystyle \mathbb {F} _{p^{m}}} se e solo se m {\displaystyle m} divide n {\displaystyle n} .

I campi finiti più piccoli

Descriviamo le operazioni di somma e prodotto nei campi finiti di ordine 2 {\displaystyle 2} , 3 {\displaystyle 3} e 4 {\displaystyle 4} .

F 2 {\displaystyle \mathbb {F} _{2}} :

+ 0 1
0 0 1
1 1 0
× 0 1
0 0 0
1 0 1

F 3 {\displaystyle \mathbb {F} _{3}} :

+ 0 1 2
0 0 1 2
1 1 2 0
2 2 0 1
× 0 1 2
0 0 0 0
1 0 1 2
2 0 2 1

F 4 {\displaystyle \mathbb {F} _{4}} :

+ 0 1 A B
0 0 1 A B
1 1 0 B A
A A B 0 1
B B A 1 0
× 0 1 A B
0 0 0 0 0
1 0 1 A B
A 0 A B 1
B 0 B 1 A

Numero di polinomi irriducibili di un dato grado su un campo finito

Il numero N ( q , n ) {\displaystyle N(q,n)} di polinomi monici irriducibili di grado n {\displaystyle n} su F q {\displaystyle \mathbb {F} _{q}} è dato da[4]

N ( q , n ) = 1 n d | n μ ( d ) q n d , {\displaystyle N(q,n)={\frac {1}{n}}\sum _{d|n}\mu (d)q^{\frac {n}{d}},}

dove μ {\displaystyle \mu } è la funzione di Möbius.

Dalla precedente formula segue che il numero di polinomi irriducibili (non necessariamente monici) di grado n {\displaystyle n} su F q {\displaystyle \mathbb {F} _{q}} è ( q 1 ) N ( q , n ) {\displaystyle (q-1)N(q,n)} .

I campi finiti nella crittografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Advanced Encryption Standard e Crittografia ellittica.

Per le loro proprietà i campi finiti svolgono un importante ruolo in diversi algoritmi crittografici tra cui l'AES e la crittografia ellittica.[2]

Particolarmente utilizzati sono i campi della forma F 2 n {\displaystyle \mathbb {F} _{2^{n}}} poiché presentano diversi vantaggi:

  • permettono di rappresentare univocamente ogni polinomio del campo in n {\displaystyle n} bit: infatti ogni coefficiente del polinomio assumerà proprio i valori binari 0 {\displaystyle 0} o 1 {\displaystyle 1} ;[5]
  • la somma tra i polinomi può essere eseguita efficientemente come semplice XOR bit-a-bit;[6]
  • la moltiplicazione per piccoli coefficienti (1, 2 o 3) richiede al massimo uno shift a sinistra e uno XOR.[7]

Note

  1. ^ a b Stallings 2006, pag.113
  2. ^ a b c Stallings 2006, pag.101
  3. ^ Stallings 2006, pagg.116 e 124
  4. ^ Jacobson, 2009
  5. ^ Stallings 2006, pag.127
  6. ^ Stallings 2006, pag.128
  7. ^ Stallings 2006, pagg.128 e 157

Bibliografia

  • William Stallings, Capitolo 4 - I campi finiti, in Crittografia e sicurezza delle reti, ed. italiana a cura di Luca Salgarelli, 2ª edizione, Milano, McGraw-Hill, ottobre 2006, pp. 101-136., ISBN 88-386-6377-7.

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