Freccia (costellazione)

Freccia
Mappa della costellazione
Nome latinoSagitta
GenitivoSagittae
AbbreviazioneSge
Coordinate
Ascensione retta20 h
Declinazione+18°
Area totale80 gradi quadrati
Dati osservativi
Visibilità dalla Terra
Latitudine min-70°
Latitudine max+90°
Transito al meridianosettembre
Stella principale
Nomeγ Sge
Magnitudine app.3,47
Altre stelle
Magn. app. < 30
Magn. app. < 615
Sciami meteorici
nessuno
Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:
  • Volpetta
  • Ercole
  • Aquila
  • Delfino
Immagine della Freccia

Coordinate: Carta celeste 20h 00m 00s, +18° 00′ 00″

La Freccia (in latino Sagitta) è la terza costellazione più piccola dell'intero cielo (solo il Cavallino e la Croce del Sud sono più piccole). Era una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi una delle 88 costellazioni moderne. Il nome non deve farla confondere con la costellazione zodiacale del Sagittario. È composta da stelle piuttosto deboli.

Caratteristiche

La costellazione della Freccia appare in questa raffigurazione stretta fra la Volpetta e l'Aquila.

La costellazione deve il suo nome alla disposizione di quattro stelle poste circa 10° a nord di Altair, che ricorda la figura di una freccia. Giace sulla Via Lattea in un tratto in parte molto oscurato dalle propaggini settentrionali della Fenditura dell'Aquila; le sue stelle sono individuabili con molta facilità, nella parte meridionale dell'area di cielo delimitata dal Triangolo Estivo, sebbene non siano particolarmente luminose, al punto che solo una quindicina sono visibili ad occhio nudo. La parte meridionale della costellazione contiene invece un ricco campo stellare.

Essendo posta poco a nord dell'equatore celeste, questa costellazione può essere vista da tutta la Terra, tranne che dal continente antartico; i mesi più adatti sono quelli dell'estate boreale, fra giugno e settembre, anche se specie nell'emisfero nord è ben osservabile anche per più tempo, in particolare per tutto l'autunno.

Stelle principali

Lo stesso argomento in dettaglio: Stelle principali della costellazione della Freccia.

la costellazione non contiene stelle particolarmente brillanti.

  • α Sagittae: conosciuta anche come Sham, è una stella gigante gialla, con un tipo spettrale G1 II. Ha una magnitudine apparente di 4,37 e si trova ad una distanza di 610 anni luce. Essa e β Sge (anch'essa di magnitudine 4,37) formano le piume dell'asta della freccia.
  • γ Sagittae: è una gigante rossa (tipo spettrale M0 III, 3,47m) rappresenta l'asta, assieme alle stelle δ e ε Sge. Si trova ad una distanza di 170 anni luce.
  • δ Sagittae: M2 II+A0 V (probabile binaria visuale), 3,82m.
  • ε Sagittae: G8 III, 5,66m, stella multipla con 4 componenti.
  • η Sagittae: questa stella di tipo spettrale K2 III con magnitudine 5,1.

Stelle doppie

Alcune delle stelle doppie della costellazione sono facilmente risolvibili anche con piccoli strumenti.

  • ε Sagittae è formata da una stella arancione e una azzurra, il cui contrasto di colori è ben evidente in un piccolo telescopio o anche in un potente binocolo; le componenti sono di magnitudine 5,6 e 8,4, mentre la separazione è di quasi 1,5'.
Principali stelle doppie[1][2]
Nome Magnitudine
Separazione
(in secondi d'arco)
Colore
Dec
A B
ε Sagittae AB-C 19h 37m 18s +16° 27′ 46″ 5,6 8,4 88,9 ar + azz
ζ Sagittae 19h 48m 59s +19° 08′ 31″ 5,01 8,7 8,3 b + b
θ Sagittae 20h 09m 53s +20° 53′ 47″ 6,48 8,7 13,0 azz + g

Stelle variabili

Nonostante le ridotte dimensioni, la costellazione abbonda di stelle variabili; molte di queste però non sono alla portata di piccoli strumenti.

  • S Sagittae è la più facile; si tratta di una variabile Cefeide che oscilla fra la quinta e la sesta magnitudine in circa 8,4 giorni. Le sue oscillazioni possono essere notate anche ad occhio nudo, disponendo di un buon cielo.
Principali stelle variabili[1][2][3]
Nome Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
Dec
Max. Min.
S Sagittae 19h 56m 01s +16° 38′ 05″ 5,24 6,04 8,3821 Cefeide
X Sagittae 20h 05m 05s +20° 38′ 53″ 7,0 9,7 196: Semiregolare
VZ Sagittae 20h 00m 03s +17° 30′ 59″ 5,27 5,57 - Irregolare
WZ Sagittae 20h 07m 37s +17° 42′ 15″ 7,0 15,53 11900: Nova nana
NO Sagittae 19h 17m 59s +20° 01′ 25″ 5,3 7,7 345 Mireide

Oggetti del profondo cielo

Lo stesso argomento in dettaglio: Oggetti non stellari nella costellazione della Freccia.
M71, un ammasso globulare molto disperso.

La Freccia ricade nella Via Lattea e contiene al suo interno un ricco campo stellare, mentre nella parte più occidentale quest'ultima è oscurata dalla Fenditura dell'Aquila, un grande complesso di nebulose oscure appartenenti al nostro braccio di spirale che oscurano in senso longitudinale la scia della nostra Galassia. Gli oggetti non stellari scarseggiano, anche a causa delle ridotte dimensioni della costellazione, e quelli che ci sono si trovano in massima parte al di fuori della portata di piccoli strumenti.

L'oggetto più brillante è M71, il quale è un ammasso globulare molto sparso, che è stato a lungo scambiato per un denso ammasso aperto. Si trova ad una distanza di circa 13.000 anni luce ed è stato scoperto dall'astronomo francese Philippe Loys de Chéseaux nell'anno 1745 o 1746.

Principali oggetti non stellari[2][4][5]
Nome Tipo Magnitudine
Dimensioni apparenti
(in primi d'arco)
Nome proprio
Dec
Harvard 20 19h 53m : +18° 20′ : Ammasso aperto 7,7 7
M71 19h 53m 46s +18° 46′ 42″ Ammasso globulare 6,1 7,2

Sistemi planetari

HD 231701 è una stella gialla di sequenza principale che possiede un sistema planetario; possiede un pianeta, probabilmente un gigante gassoso, con una massa simile a quella di Giove che orbita a 0,55 UA dalla sua stella madre.

Sistemi planetari[1]
Nome del sistema
Tipo di stella
Numero di pianeti
confermati
Dec
HD 231701 19h 32m 04s +16° 28′ 27″ 8,99 Nana gialla 1 (b)

Storia e mitologia

Questa costellazione è una di quelle in cui Johann Bayer sbagliò l'ordine, in questo caso degradando la stella più brillante addirittura allo status di γ (vedi la voce sulla nomenclatura di Bayer).

Anche se la Freccia non contiene alcuna stella brillante, molte culture l'hanno riconosciuta come una freccia, tra cui i Persiani, gli Ebrei, i Greci e i Romani. Perciò esistono diversi miti riguardo ad essa. I due più importanti fanno riferimento alle vicine costellazioni di Ercole e dell'Aquila.

Secondo il primo, il Titano Prometeo rubò il fuoco agli Dei e lo portò ai mortali, facendo arrabbiare Zeus così tanto che lo incatenò ad una roccia nel Caucaso, dove un'aquila (rappresentata nell'omonima costellazione) gli mangiava il fegato. Poiché Prometeo era immortale, il suo fegato ricresceva ogni giorno, e l'aquila tornava ogni giorno per mangiarlo di nuovo... Eracle (identico al romano Ercole) lo salvò dalla sua punizione infinita durante la sua Undicesima Fatica uccidendo l'uccello con una freccia e liberandolo.

Un'altra storia racconta di come Eracle uccise gli uccelli del lago Stinfalo che terrorizzavano l'Arcadia. Gli uccelli stessi erano identificati con le costellazioni Aquila, Cigno e Lira.

La Freccia è stata inoltre interpretata da alcuni come la freccia di Cupido, o come una freccia scoccata dal Sagittario contro lo Scorpione.

Note

  1. ^ a b c Result for various objects, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 4 giugno 2009.
  2. ^ a b c Alan Hirshfeld, Roger W. Sinnott, Sky Catalogue 2000.0: Volume 2: Double Stars, Variable Stars and NonstellarObjects, Cambridge University Press, aprile 1985, ISBN 0-521-27721-3.
  3. ^ The International Variable Stars Index - AAVSO, su Results for various stars. URL consultato il 20 giugno 2009.
  4. ^ The NGC/IC Project Public Database, su Results for various objects. URL consultato il 20 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  5. ^ NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for various stars. URL consultato il 20 ottobre 2006.

Bibliografia

  • (EN) Michael E. Bakich, The Cambridge Guide to the Constellations, Cambridge University Press, 1995, ISBN 0-521-44921-9.
  • (EN) Milton D. Heifetz; Wil Tirion, A Walk through the Heavens: A Guide to Stars and Constellations and their Legends, Cambridge University Press, 2004, ISBN 0-521-54415-7.
  • AA.VV., Astronomia - Dalla Terra ai confini dell'Universo, Fabbri Editori, 1991.

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